Regole grammaticali della Lingua Piemontese nella Variante della Langa Astigiana
Scrivere il piemontese nelle varianti che si sentono sulle nostre splendide colline è abbastanza difficile infatti gli accenti, le cadenze delle parole variano da paese a paese, a volte da borgata a borgata o anche da versante a versante.
Ho cercato quindi di accomunare il più possibile i suoni che si sentono nella nostra valle cercando di renderli al meglio utilizzando le regole della nostra bella lingua.
Eccone alcune che ci possono aiutare a leggere i fumetti di queste pagine
- La á si legge come la o accentata del passato remoto in italiano: es. mangiò, cantò…
- La o senza accenti si legge come la u in italiano
- La ò si legge come la o in italiano
- La ó si legge come una u accentata in italiano
- La u si legge come la u in francese
- La ë è muta e si sente pochissimo
- La é ha suono chiuso
- La è ha suono aperto
- Il gruppo eu si legge come in francese: feu, fuoco
- La j si legge come una i “rafforzata”, quasi una gl italiana
- C e g se hanno suono dolce in fondo alla parola si raddoppiano: cc e gg
- C e g se hanno suono duro in fondo alla parola e si scrivono con h: ch e gh
Di regole, essendo il piemontese una lingua a tutti gli effetti, ce ne sono molte, come del resto in tutte le grammatiche delle altre lingue e non è possibile trascriverle tutte qui.
Rimando quindi i più curiosi di questo nostro bel piemontese, alle grammatiche che ho usato, quelle di Brero e quella di Musso.
Silvana Testore